Album: Peerla
Giocatore mondiale
La' c'e' una bandiera che sale, qua c'e' un muratore che cade ma questo tragico evento non intacchera' la fiducia che il mondo ripone nel nostro paese ripieno di pizza,canzoni ed amor. Il mondiale 90 nascera', ed il tricolore sicuro, rubizzo e rasierte nel vento garra'.Ecco, giunge un signore molto simpatico, mi dice "Lei e' veramente simpatico" ma dai popolari gli sparano e muore, e un po' mi spiace per quel signore perche' mi chiedo dov'e' l'amore che tutti i tifosi dovrebbero avere per gli altri tifosi mondiali diffusi sul cosmo riuniti nel nome del gioco del calcio. Forse nell'aria che amplifica i sogni dei migliori atleti.Tu, giocatore mondiale, vai, non preoccuparti se non segni. Su, giocatore mondiale, dai, tira una cannella.Che bello, giocatore, sarebbe, sai, 22 palloni in campo. Ognuno tira nella porta che vuole, e nessuno lo sgrida.E infine Luca di Montezuma dal suo elicottero azteco gli incassi devolvera' .Ecco che arriva Bertoli in carrozzella, il quale afferma (canta Pierangelo Bertoli) "la vita e' bella, perche' le gabine son strette ma largo e' lo stadio. Solo alla morte non c'e' rimedio". E in fondo Bertoli un po' lo invidio perche' puo' sfrecciare impennando dal centro tribuna giu' al campo di gioco e nessuna barriera lo ostacolera' . Lo stadio esulta e Pierangelo va. La porta e' la grande cabina azzurra dell'amore.Trama, giocatore, nell'ombra, sai, lo spacciatore di doping. Prima, giocator, te lo dona, sai, dopodiche' entri nel tünnel.Ma il tünnel, giocatore mondiale, sai, non e' quello che ti porta in campo bensi' , giocatore mondiale, quello delle iniezioni di marijuana. Tu, giocatore mondiale, vai, non preoccuparti se non segni.
Su, giocatore mondiale, dai, tira una cannella.Che bello, giocatore, sarebbe, sai, 22 palloni in campo. Ognuno tira nella porta che vuole, e nessuno lo sgrida.Segue la registrazione della telecronaca di Nando Martellini fatta in Spagna nel 1982 ("...L'Italia e' campione del mondo, campione del mondo ....") con in sottofondo un discorso di Sandro Pertini , allora Presidente della Repubblica.