Album: Don Giovanni
Madre pennuta
La strada
che curva
e l'insegna notturna.Un Tir
che si ritira
tutto il sole al Nadir.E alte a prua
chiome d'albero
e zolle che non mi arenano.Finita..
la storia
e caduto l'impero
di vivere
dal vero
ecco me di anni tre
è lì
che fui
faraonico
tra bumbe e tra rumbe tiepide.Con tante madri e il tempo un laghetto coi pesci dei giorni
è il gamberetto del mio compleanno che torna lì
fu molto dopo che dentro la pioggia
vidi tra mille la goccia d'acqua mia
prigionia.Ho visto
la neve
nei vetri che agitai
ma agitai
le finestre e mai eeh
sfere da souvenir.Guidai,
l'accostai
e sorpassai
il tempo, l'obeso in limousine.Ho usato penne più degli uccelli ma quando mai.
Ho perso il sonno per scrivere solo: "Io volo"
Madre pennuta il mio morbidìo
mia pelle d'oca, cuscino mio
il mio.Il vero è
nella memoria
e nella fantasia
Non c'è storia e
il tempo finge eeh
e poi commette l'ingenuità
Non cancella mai
le tracce sue
vuoi esser preso, arreso, inchiodato lì.Ho visto un film normale
ma con un bel finale:
faccia a faccia fra tutt'e due
che infine uno è.
Madre mia la gente che s'è alzata
ma che dico la gente
uno uscì